Pirateria nello stretto di Malacca

Lo stretto di Malacca

La pirateria nello stretto di Malacca è un fenomeno storico, risalente al XIV secolo e tuttora esistente, che mette a repentaglio il traffico navale mercantile attraverso l'omonimo braccio di mare lungo circa 900 chilometri. In tempi recenti le pattuglie coordinate delle forze dell'ordine di Indonesia, Malaysia e Singapore, insieme all'accresciuta presenza di compagnie di sicurezza privata a bordo delle navi, hanno provocato una netta riduzione della pirateria, secondo quanto riporta l'International Maritime Bureau (IMB).[1]

La geografia dello stretto di Malacca rende la regione particolarmente suscettibile agli atti di pirateria. Era ed è un importante passaggio tra Cina e India, da sempre intensamente battuto dalle rotte commerciali. Oggi è luogo di transito delle rotte tra Europa, Canale di Suez, i paesi esportatori di petrolio del Golfo Persico e i porti dell'estremo oriente asiatico. Lo stretto è angusto e contiene migliaia di isole e foci fluviali che ne fanno un luogo ideale perché i pirati possano nascondersi e sfuggire alla cattura.

  1. ^ "Watchdog hails improved security in Malacca Strait; Increased patrols and other measures have cut number of pirate attacks", The Straits Times, 23 gennaio 2007

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